Avevi proprio bisogno di un articolo che ti ricordasse quanto è difficile la tua vita lavorativa per averne coscienza?
Certo che no, ecco perché in questo articolo voglio condividere con te alcuni spunti, spero interessanti, di riflessione per provare a migliorare la tua condizione di vita professionale e non solamente cercando di motivarti, ma condividendo con te quello che so e che per me ha funzionato ad oggi.
Di questo argomento, specie ultimamente, si parla per lo più lamentandosi delle infinite difficoltà e cadendo nell’ovvia necessità di reagire attraverso l’uso delle proprie risorse interiori.
Lo sforzo che va fatto è però un altro e richiede un cambio di mindset titanico che può, ma non deve, spaventare, perché è alla portata di tutti.
La brutta sensazione di non saperne mai abbastanza e i suoi nefasti effetti
Non so se capita anche a te di ritrovarti qualche volta nei social a richiedere guide e materiali in omaggio quasi senza essertene resa conto, anche quando l’argomento ti interessa o attira relativamente, più per abitudine insomma che per necessità reale.
Improvvisamente imparare “il nuovo modo di fare video che attira folle di clienti senza fare alcuno sforzo”, la guida per “usare TikTok per diventare un influencer nel tuo settore” o “come si fa a meditare anche quando sei nel traffico e devi consegnare un lavoro entro due ore, dovendolo ancora iniziare” ti paiono come la soluzione a tutti i tuoi problemi e ne chiedi subito la copia, che non hai (e non avrai mai) il tempo di leggerla.
Tutto questo è innocuo di per sé, se non fosse che capita anche spesso di sapere molto bene di essere ancora parecchio ignoranti rispetto al mondo del business online, soprattutto perché gli algoritmi cambiano alla stessa velocità della biancheria intima, ed è estremamente faticoso anche per gli stessi esperti di settore rimanere aggiornati e tenere il passo.
La sana consapevolezza di sapere (di non sapere)
Questa sana consapevolezza (sapere di non sapere) è però una dolorosa spina nel fianco dell’imprenditore medio nel gestire il proprio personal brand online, spesso diviso com’è tra la voglia di delegare ad un esperto e non doverci pensare proprio e l’impossibilità di farlo, perché manca il budget.
Ecco come gli “shiny objects”, corsi scintillanti pensati proprio per noi ignoranti che sappiamo di esserlo, diventano nelle nostre menti il modo di colmare il gap tra tutto quello che potremmo fare online se fossimo dei milionari e, nella pratica reale, ciò che ci distoglie da quelle azioni che invece ci porterebbero fatturato, se non ci fossimo fatti attirare nella tana del Bianconiglio di turno.
Ricordiamoci infatti che non basta mica essere sui social per farsi trovare, non funzionano come le care vecchie pagine gialle. Oltre ad apparire impeccabile in ogni luogo possibile e immaginabile del web devi pagare le varie piattaforme per far sì che i clienti ti trovino, altrimenti il tuo magnifico e scintillante profilo si perde tra le altre migliaia di informazioni che corrono in rete ogni secondo (sì, anche se hai perso tre ore a fare quel video che ti piace tanto).
Non so quanto ho fatturato l’anno scorso e altre cose che dovresti tenerti per te se sei un imprenditore
Quando si tocca l’argomento soldi l’imprenditrice media (ho a che fare più con le donne quindi perdonami il riferimento che appare sessista ma non lo è affatto, sono totalmente allineata e partecipe nelle lotte che vengono fatte per colmare il gender gap) inizia, mediamente, a sudare freddo.
Eppure lo sappiamo eh, che i soldi che ci servono per sopravvivere. Però presi dalla foga del lavoro e della quotidianità famigliare, spesso ci dimentichiamo una parte fondamentale del nostro lavoro che è quella di capire come generare profitto per poter continuare a svolgerlo.
Ah ma io della burocrazia non voglio sapere niente che tanto mi rubano tutto in tasse. Ok, allora chiudi la partita iva, cercati un lavoro da dipendente e lascia perdere. Se non te ne fossi ancora accorta ti avviso che normalmente soltanto i grandi evasori restano impuniti, quelli che non hanno voglia di mettersi a fare i conti invece prima o poi li fanno con Equitalia.
Eppure costruire il business plan e monitorarlo costantemente, anche se può apparire stressante, è un atto creativo fondamentale per chiunque lavori in proprio.
Equivale, per farti un esempio pratico, alla differenza tra chi per piantare si procura vaso, terreno adatto, paletta da giardiniere e semi e attende il momento indicato per agire per poi annaffiare con costanza e a chi compra i semi e li getta al vento, sperando che prima o poi cresca qualcosa da raccogliere.
Il cambio di mindset epocale che va fatto
Ultima spina nel fianco dell’imprenditore medio, solo in ordine di citazione, è la gestione dei clienti esistenti e la ricerca di nuovi clienti.
Acquisire nuovi clienti attraverso campagne pubblicitarie sui social ormai costa un rene quando è a buon mercato, perfino per i professionisti più quotati e stimati; il mercato è cambiato per tutti e probabilmente non tornerà mai più ad espandersi come prima o quanto meno ci vorranno moltissimi anni.
Dobbiamo creare nuovi modelli mentali e i dati che abbiamo a disposizione cambiano di giorno in giorno. Dobbiamo immaginarci un futuro che non esiste e lo stiamo già facendo, inventando nuovi servizi che si adattino a mutate esigenze, che comprendano nuove tecnologie e contemporaneamente ricordarci quanto siamo fragili come esseri viventi.
Il cambio di mindset che possiamo e dobbiamo fare, è quello di smettere di vederci come foglie in balia del vento e comportarci da veri imprenditori attingendo a tutte le nostre risorse intellettuali.
Soprattutto le donne che hanno scelto di lavorare in maniera indipendente, dovrebbero iniziare a mettersi a tavolino con il business plan di fronte con regolare cadenza e cominciare a revisionare il nostro business e le nostre strategie raffinandole mese dopo mese. I tempi mutano più velocemente e dobbiamo farlo anche noi, altro che resilienza.
Nel prossimo post ti racconto come faccio io le mie revisioni, sperando possa essere utile a chi non si fosse mai cimentato prima.
Cosa si potrebbe fare invece?
Ritagliandosi in agenda il tempo necessario per verificare la situazione di cassa, ad esempio, ci si può accorgere per tempo di aver bisogno di un prestito e, avendo il tempo di muoversi e trovarlo, evitare il fallimento. Non serve a nulla se non a chiudere serranda mettere la testa sotto la sabbia, le soluzioni valide ci sono ma bisogna attivarsi per cercarle.
Tutto questo non è facile perché siamo persone, spesso non economicamente così solide da non temere i problemi finanziari. La paura del fallimento e della povertà sono spettri che chi non ha uno stipendio garantito conosce perfettamente e non si può certo pretendere di riuscire a non averne paura o far finta che l’universo provvederà in qualche modo.
L’arma potente di chi non ci riesce è farsi aiutare in questo difficile ma indispensabile compito da chi ne ha competenza e capacità. Affidarsi, un’arte sconosciuta ai più. Molte tuttavia sono già le clienti che mi hanno fatto presente quanto il poter contare su di me (anche se magari per piccole cose) le abbia sollevate dal peso enorme e dato la spinta per riportare il focus sui propri obiettivi invece che sulle difficoltà.
Chiedere aiuto è un atto intelligente non squalificante, se vuoi un parere esterno prenota qui la tua discovery call e parliamone.
